L'Associazione Genitori e Adulti Scout APS di Dalmine nasce con lo scopo di trovare luoghi, fossero essi case o terreni, in cui permettere agli scout di vivere le loro avventure e, contemporaneamente, offrire il massimo rispetto delle proprietà e delle norme attraverso la garanzia di un gruppo di adulti che coltivasse, anche attraverso rapporti personali stabili di amicizia, sentimenti di fiducia reciproca con chi ci ospitava.
Ogni cosa ha un valore per se stessa, ma realizzare insieme un progetto condiviso è un’esperienza entusiasmante.
La scommessa è stata,di puntare sui genitori dei ragazzi scout come risorsa,perché lo scoutismo ha fascino e significato anche per gli adulti.
Quando un capo lascia il servizio in AGESCI si rischia di veder sprecato un patrimonio di esperienza, dedizione ed entusiasmo.
La nostra esperienza è attraversata e cementata dal metodo scout.
La prima esperienza, avvenuta a Dezzo con una baita isolata nel bosco ( chiamata La Frassena ), ha fatto emergere un terzo aspetto: il recupero all'uso abitativo di ambienti e luoghi che altrimenti andrebbero lentamente in disuso a causa della posizione che, per quanto suggestiva in mezzo ai boschi, è difficilmente raggiungibile se non a piedi.
Così, estate dopo estate, abbiamo scoperto l'importanza di “ esserci “.
Quelle centinaia di ragazzi che hanno vissuto le loro avventure nei boschi tra Dezzo e Azzone, con i loro canti, le loro grida, il frastuono allegro dei giochi hanno ricreato un equilibrio perduto da tempo: un anziano un giorno mi ha detto “ E' bello sapere che La Frassena è ancora viva “.
Da quel giorno ci siamo sentiti un po' a presidio del confine del bosco, impegnati a conservare e valorizzare quell'angolo di monte che per i nostri ragazzi è diventato di volta in volta la prateria americana, la giungla indiana, le montagne dell' Everest, le isole dei Caraibi...
Così, quando la frana dell'inverno 2000 ha messo in pericolo quell'angolo di paradiso, abbiamo sentito tutta la solidarietà degli abitanti di Dezzo: nella nostra lotta contro l'avversità vivevamo quello che loro avevano già vissuto quando la grandine rendeva gramo il raccolto oppure la malattia depauperava la stalla.
Presidiare il confine del bosco: secondo noi è questo un nuovo incarico che ci attende. Nel nostro piccolo aiutare a recuperare quegli ambienti della nostra montagna che andrebbero incontro a un progressivo inselvatichimento con la perdita del lavoro che generazioni di montanari ha profuso.
Recuperarli attraverso il frequentarli, il viverli, il rispettarli.